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Bianchello del Metauro, un vino in continua crescita.
Un vino con una lunga storia nella valle del Metauro. Fino dall’epoca di Roma il nostro territorio era produttore di vini bianchi molto apprezzati. Si fa’ menzione anche in una battaglia storica dei Romani contro Annibale, persa da quest’ultimo per aver bevuto troppo vino la sera prima della battaglia. Ci rimane la curiosità di sapere come fosse stato questo vino secondo i nostri canoni di “buono”.

Ci sono stati periodi di alti e bassi nella storia del bianchello ma il vero sviluppo ci fu’ nell’anno 1969 con la DOC bianchello del Metauro. Prodotto col vitigno Biancame, che poi è Trebbiano ma di un biotipo leggermente diverso. Negli anni con la crescita della conoscenza della vinificazione, le tecniche di cantina, le conoscenze enologiche la passione e il lavoro dei produttori affiancati da enologi capaci e appassionati, abbiamo visto ma soprattutto sentito crescere la qualità di questo vino. Bisogna ricordare che nella produzione del Bianchello è ammessa da disciplinare, un po’ di Malvasia lunga, un vitigno da sempre presente nelle vigne considerato miglioratore. Sicuramente apportava dei profumi, vista la sua natura di vitigno aromatico, essendo il Biancame vitigno neutro, ne era sprovvisto.

Il disciplinare che regolamenta la DOC prevede 4 tipologie, Bianchello del Metauro, la produzione di tipo tradizionale, il vino più immediato, territoriale, una beva piacevole, legato alla storia del territorio. Bianchello del Metauro Superiore rese più basse, raccolta delle uve più mature, determinano anche una gradazione maggiore più corpo e struttura . Bianchello del Metauro spumante, metodo Martinotti o Classico, il primo più leggero e adatto all’aperitivo,il secondo più strutturato e gastronomico. Bianchello del Metauro passito, il vino delle feste e delle occasioni speciali, il vino che non mancava mai nelle case dei contadini da offrire agli ospiti. Il bianchello si abbina alla cucina tradizionale della valle del Metauro, e non solo.

Nelle sue tipologie può accompagnare si la cucina di mare, ma anche carni bianche, primi piatti e formaggi, carni di bassa corte, coniglio, pollo, faraona, polentone alla carbonara, cresce sfogliate e crostolo. Con i formaggi semplici e freschi come caprini caciotta con un bianchello tradizionale, con formaggi più stagionati e saporiti un superiore, e con formaggi molto stagionati o erborinati magari un passito. Il tradizionale ottimo per accompagnare i primi piatti, come un risotto con il pesce, un superiore se mettiamo magari del tartufo o su una lasagna. Per gli spumanti non ci limitiamo solo all’aperitivo, ma con un metodo classico possiamo accompagnare anche primi piatti e secondi, sempre tenendo presente i principi dell’ abbinamento. Il passito con dolci a lievitazione e non, o con formaggi erborinati o piccanti come il fossa oppure da solo per concederci momenti di puro piacere.

Nulla ci vieta poi di sperimentare nuovi abbinamenti con tutte le tipologie e le differenze dei vari territori e (seguendo le regole dell’abbinamento) a volte potremmo avere delle piacevoli sorprese e sentire sia il vino che il cibo esaltarsi a vicenda come in un matrimonio perfetto. Bianchello, un vino pieno di sorprese con una storia, e un futuro tutto da scoprire, in continua crescita qualitativa, così è per me che ormai da oltre venti anni seguo il mondo del vino.

Franco Morena Sommelier Professionista
Delegato AIS Urbino Montefeltro

Paolo Sanchioni

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Paolo Sanchioni
Tags: vino

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