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il patto di mezzadria – al di là delle specificazioni di legge – è un contratto agrario per il quale un proprietario terriero (concedente) e un coltivatore, in proprio e quale capo di una famiglia colonica (mezzadro), si associano per la coltivazione di un podere al fine di dividerne a metà prodotti, utili e spese di esercizio. Il mezzadro, assieme alla sua famiglia, ha l’obbligo di risiedere stabilmente nella casa costruita sul fondo, di custodire e conservare i beni affidatigli dal concedente, di prestare nel podere la sua opera di colono con la direzione del proprietario e, quasi sempre, con la mediazione del fattore, che è uomo di fiducia della proprietà. Contratti di mezzadria, con tutti i caratteri che la definiscono, comparirebbero in Toscana (secolo IX) prima che altrove, ma la fase della loro diffusione è significativamente collocabile tra i secoli XIII e XV – con andamento Toscana, Emilia Romagna, Marche-Umbria e poi le altre aree contermini -, che sono quelli della fase recessiva del secondo Trecento e della ripresa del Quattrocento, quando, rispettivamente, si contraggono i coltivi, poi recuperati attraverso nuovi rapporti di produzione nelle campagne. Il fenomeno è di notevole portata nelle Marche’, ove il contratto di pastinato-parzionaria‘ attrae gente disposta a impegnarsi per acquisire la terra, arrivata anche da regionilontane e transmarine.

Sergio Anselmi

La responsabilità del podere cade tutto in mano al “capoccia” il quale è il conduttore della famiglia e del podere stesso. A rendere gravosa la condizione del mezzadro, oltre alla rigidità del contratto, sono gli obblighi stabiliti dalle usanze locali e dal padrone, le cosedette “regalie”, di impronta medievale: spaccare la legna per il padrone, fare il bucato, sbrigare delle commissioni, allevare il cappone da regalare a Natale e tante altre cose. In molti casi se qualcosa non era di gradimento al padrone veniva addebitato per il prossimo anno.

La precarietà e le condizioni di miseria di questa categoria risulta anche dall’inchiesta Jacini¹: il reddito medio del mezzadro risulta inferiore a quello del salariato fisso. Per il proprietario, il contratto e conveniente perchè gli assicura una rendita in prodotti per la «casa», un miglioramento sicuro della produttività del fondo, la continuità di produzione dell’azienda. Questi probabilmente, sono i motivi principali della grande diffusione del contratto di mezzadria dal 1500 fino ai giorni nostri.

¹ L’inchiesta Jacini fu una inchiesta parlamentare del Regno d’Italia condotta dal 1877 al 1886 per esaminare le condizioni dell’agricoltura nel paese. L’inchiesta prende il nome da Stefano Jacini, che diresse la commissione a partire dal 1877.

La Dura Vita dei Mezzadri: Un Sistema Anacronistico

La mezzadria, un sistema di contratto agrario basato sulla divisione dei prodotti a metà tra il proprietario terriero e il mezzadro, era ancora diffusa in Italia all’inizio del ‘900, nonostante le sue origini risalissero al Medioevo.

Condizioni di Lavoro Inaccettabili

Le condizioni di vita dei mezzadri erano estremamente dure e precarie. Il loro lavoro era incessante e mal pagato, con la metà del raccolto che andava al padrone e l’altra metà divisa tra la famiglia del mezzadro, spesso numerosa. Oltre al lavoro nei campi, erano gravati da numerose “regalie”, obblighi derivati da usanze locali e imposti dal padrone, che comprendevano lavori domestici, allevamento di animali da cortile, taglio della legna e manutenzione del fondo e della casa colonica.

Sfruttamento e Mancanza di Tutele

La rigidità del contratto mezzadrile e la mancanza di tutele legali per i mezzadri li esponevano a sfruttamento da parte dei proprietari terrieri. Le “regalie”, spesso non quantificate e soggette all’arbitrio del padrone, aumentavano ulteriormente il peso su questa categoria già impoverita.

Un Sistema Incompatibile con i Tempi Moderni

L’inchiesta agraria parlamentare del Regno d’Italia, condotta tra il 1877 e il 1886, mise in luce la drammatica realtà dei mezzadri. Il loro reddito medio era inferiore a quello dei salariati fissi, evidenziando l’insostenibilità economica di questo sistema anacronistico.

Un Sistema Destinato a Scomparire

La mezzadria iniziò a declinare nel corso del XX secolo, grazie a fattori come l’industrializzazione, l’urbanizzazione e le riforme agrarie. Tuttavia, i suoi effetti negativi sulla vita di migliaia di famiglie italiane si protrassero per decenni, lasciando un segno indelebile nella storia sociale del paese.

  • Dino Coltro, Mondo contadino (Cierre Edizioni) 2015
  • Sergio Anselmi, Storia d’Italia LE REGIONI dall’unità a oggi LE MARCHE (Giulio Einaudi Editore s.p.a. Torino 1987)
Paolo Sanchioni

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Paolo Sanchioni

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