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La treggia: un antico mezzo di trasporto agricolo

La treggia, conosciuta anche come slitta o strascino, era un carro agricolo privo di ruote utilizzato nelle zone montane e rurali dove le strade erano impraticabili per i carri tradizionali. La sua semplicità costruttiva e la sua efficacia su terreni accidentati la rendevano un mezzo di trasporto indispensabile per le comunità contadine.

Struttura e funzionamento:

La treggia era composta da due elementi principali:

  1. Stanghe: Due lunghi tronchi di legno, solitamente di faggio o rovere, costituivano la base della treggia. Venivano uniti a forma di V nella parte anteriore, dove era fissato il giogo per i buoi. Le stanghe erano la parte più soggetta a usura e dovevano essere frequentemente sostituite.

  2. Piano di carico: A seconda delle esigenze, la treggia poteva avere due tipi di piano di carico:

    • Assente: In questo caso, il carico veniva posizionato direttamente sulle stanghe, sorretto da lunghe aste chiamate “argelle”. Questo metodo era utilizzato per il trasporto di fieno, legna o altri materiali voluminosi.
    • In vimini: Una stuoia intrecciata con rami di vimini veniva fissata sulle stanghe, creando una superficie piana per il trasporto di merci più delicate, come cereali o derrate alimentari.

Traino e utilizzo:

La treggia era trainata da una coppia di buoi, aggiogati al giogo posto all’estremità anteriore delle stanghe. La forza dei buoi permetteva alla treggia di scivolare sul terreno, anche su pendenze e terreni accidentati.

Vantaggi e svantaggi:

La treggia presentava diversi vantaggi rispetto ai carri a ruote:

  • Maggior aderenza: Su terreni fangosi, sassosi o innevati, la treggia offriva una maggiore aderenza e stabilità rispetto ai carri a ruote, che potevano slittare o impantanarsi.
  • Minor complessità costruttiva: La treggia era un mezzo più semplice da costruire e riparare rispetto ai carri a ruote, che richiedevano competenze specifiche e materiali più pregiati.
  • Minore usura del fondo stradale: L’assenza di ruote riduceva l’usura del fondo stradale, un aspetto importante in zone con sentieri e strade sterrate.

Tuttavia, la treggia presentava anche alcuni svantaggi:

  • Minore velocità: La treggia scivolava sul terreno, risultando più lenta rispetto ai carri a ruote, che potevano rotolare più velocemente.
  • Capacità di carico limitata: La treggia aveva una capacità di carico inferiore rispetto ai carri a ruote, a causa della sua struttura più semplice e leggera.
  • Maggiore usura delle stanghe: Le stanghe, strisciando sul terreno, erano soggette a usura più rapida e necessitavano di frequenti sostituzioni.

Diffusione e declino:

La treggia era un mezzo di trasporto ampiamente diffuso nelle zone rurali e montane dell’Europa, dove veniva utilizzata principalmente per il trasporto di fieno, legna, raccolti e altri materiali agricoli. La sua presenza era particolarmente significativa nelle zone montuose o collinari, Alpi, Appennino e in altre aree con terreni scoscesi e sentieri stretti.

Con il miglioramento delle strade e la diffusione dei carri a ruote più efficienti, la treggia ha gradualmente perso la sua importanza. Già nel XX secolo, il suo utilizzo era diventato marginale e relegato a zone remote o per compiti specifici.

Eredità e valore storico:

Oggi, la treggia è un oggetto storico che rappresenta l’ingegno e l’adattamento delle comunità contadine alle sfide del loro ambiente. La sua semplicità costruttiva e la sua efficacia in condizioni difficili la rendono un esempio tangibile della capacità umana di trovare soluzioni pratiche alle necessità quotidiane.

La treggia è spesso presente nei musei etnografici e nelle collezioni di oggetti rurali, come testimonianza di un’epoca passata e delle dure condizioni di vita nelle campagne di un tempo. La sua storia e il suo utilizzo ci ricordano l’importanza della tradizione e del rispetto per l’ambiente, valori che ancora oggi rivestono grande importanza.

Una treggia trainata da mucche con davanti il contdino che rientra dal lavoro
Paolo Sanchioni

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Paolo Sanchioni
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