Il Monastero Benedettino di S. Angelo di Gaifa, nella Diocesi di Urbino, presso Canavaccio, non si sa quando sia sorto: però è certo che nel 1110 era già fiorente come si ha da una Bolla di Papa Pasquale II, inviata da Roma il 21 aprile 1110 e diretta all’ Abbate Pietro di Gaifa.
Detta Bolla concedeva i privilegi ed esenzioni di diversi Castelli e Chiese.Così la Bolla: « Paschalis Episcopus Servus Servorum Dei ad perpetuam rei memoriam dilectis Filiis Petro Abbati venerabilis Monasterii S. Angeli quod dicitur Gaifa et Conventui ipsius… Datum Romae Pontificato ann. XI Kal. Maii ».
Il suo successore, Papa Eugenio III, il 29 settembre 1146, prendeva il monastero di Gaifa sotto la protezione della Sede Apostolica. La Bolla da Viterbo è indirizzata: al « Diletto Figlio Ugone Abbate di Gaifa – In Vallo Gaiphae ». « Eugenius Episcopus… dilectis filiis Ugoni Abbati Monasterii S. Angeli in Valle Gaifa siti, eiusque fratribus tam praesentibus, quam futuris regularem vitam professis in perpetuum.
Datum Viterbii 4 Kal. sept. Anno 2° »; e confermava numerose possessioni e chiese tra le quali: Pieve di Balsomigno, S. Barbara, Santa Maria in Murciola, San Donnino, S. Maria in Valle Dassi, S. Eufemia, S. Andrea, S. Pietro in Spongia, S. Giovanni in Monte Assicceto, S. Leone, S. Maria in Valle in Tortora, S. Pietro de Massa, S. Croce, S. Lorenzo in Mileto, S. Maria de Ponte Moro, S. Ambrogio, S. Quirico, S. Cristoforo in Tesana, S. Maria in Colle Lungo, S. Mustiola, S. Angelo, S. Martino in Canforo, Castrum Rosoli, Castrum Ugonis, Castrum Insulae, Castrum Monticelli e altre… (1).
Quando sulla fine del secolo X, i monaci Benedettini giunsero a Gaifa, il territorio urbinate era già stato devastato dalle incursioni dei Longobardi e dalla guerra Goto-Bizantina.