Domenico Brignoni (Bigólla)
Come si vede dalla foto (capanno con porta ad arco) Domenico Brignoni aveva una bottega di fabbro, meccanico, riparazioni di tutti i tipi, dai cocci di casa alle ombrelle ai mezzi da lavoro dei contadini. E' nato il 7 settembre 1871 sposato con Scaramucci Clementa (morta tra il 1936 e il 1951). Era il fratello…
Avocetta
Monitoraggio a lungo termine del Falco pellegrino (Falco peregrinus) nidificante nella Riserva Naturale Statale Gola del Furlo (Marche, Italia centrale) Il presente studio illustra i risultati del monitoraggio a lungo termine del Falco pellegrino (Falco peregrinus) nidificante nella Riserva Naturale Statale Gola del Furlo, situata nelle Marche (Italia centrale). Il monitoraggio è stato effettuato tra…
Festa del Patrono S. Stefano
Sabato 2 Agosto 2025 FESTA PATRONALE S. STEFANO PRIMO PAPA MARTIRE Parrocchia S. Stefano in collaborazione con Circolo Culturale Pieve di Gaifa Ore 17.30: Confessioni Ore 18.00: S. Rosario Ore 18.30: S. Messa Solenne PERDONO D'ASSISI Indulgenza plenaria dal mezzogiorno del 1 agosto alla mezzanotte del 2 agosto. Condizioni richieste: …

Linea feroviaria Fano - Fermignano - Urbino

fin dal lontano 1877 si era avvertita la necessità, nell’entroterra pesarese, di una ferrovia che collegasse Fabriano, posta sulla trasversale appenninica Ancona-Orte-Roma, con Urbino, passando per i centri di Pergola, Cagli e Fermignano. Il consorzio tra i vari Comuni, allora orgogliosi che sul loro territorio passasse il più prestigioso mezzo di trasporto dell’epoca, conseguì i suoi scopi tanto che la linea fu aperta, parzialmente fino a Pergola, nel 1895.

Essa fu inaugurata, tra il plauso generale, fino ad Urbino il 20 settembre 1898 con grandi manifestazioni e concorso di popolo ed Autorità. Era previsto che le rotaie non avrebbero dovuto arrestarsi nel Capoluogo montefeltresco, bensì proseguire fino a S.Arcangelo di Romagna attraverso il difficile e tormentato ambiente montano urbinate; tale progetto era dettato soprattutto da motivi militari, per sottrarre un obbiettivo strategico come la ferrovia ai bombardamenti navali austriaci lungo la costa adriatica.Molte opere d’arte come ponti, viadotti, gallerie e stazioni furono completate ma, terminata la Prima Guerra Mondiale, non si intravvide più la necessità di terminare la linea, obiettivamente di difficile percorso e manutenzione.

Per quanto riguarda la Fano – Urbino la storia è un poco diversa: le Ferrovie Padane, ottenuto per Regio Decreto la concessione alla costruzione e l’utilizzo della linea, posero mano nel 1912 ai lavori e, malgrado la guerra, completarono la tratta fino a Fossombrone nel 1915 e fino a Fermignano nel 1916. Qui la linea si allacciava alla preesistente ferrovia per Urbino; sempre a Fermignano, ormai assurto alla dignità di nodo ferroviario, venne edificato il Deposito Locomotive.
Purtroppo, a dispetto della buona frequentazione dell’utenza, nel 1933 le Ferrovie Padane si videro costrette a cessare l’attività passeggeri e merci per motivi finanziari con l’instaurazione di un autoservizio.
E pensare che, in origine, la linea avrebbe dovuto proseguire da Fermignano, lungo la valle del Metauro, fino a Sansepolcro e da qui ad Arezzo e Livorno!

Nel 1941 le Ferrovie dello Stato, scaduta la concessione alle FP, ripristinarono il servizio tra Fano e Fermignano ma nel breve volgere di quattro anni la furia devastatrice del secondo conflitto mondiale si abbatté sulla disgraziata linea che venne completamente distrutta. Eguale sorte toccò alla consorella Fabriano-Urbino. La ricostruzione del dopoguerra fu, inspiegabilmente, limitata ai tratti Fabriano-Pergola (1948) e Fano-Urbino (completata nel 1955). Un’occasione perduta!

Così si giunse stancamente alla fine.Questa ferrovia volutamente e colpevolmente abbandonata un po’ da tutti non poté più far fronte alle crescenti difficoltà economiche di gestione: utenza poco o per niente incoraggiata, orari e tempi di percorrenza (migliori di quelli d’oggi con l’autoservizio, malgrado tutto!) più consoni ad un lontano passato, fasce orarie di dubbio utilizzo, armamento inadeguato e solo parzialmente rinnovato, mancata adozione di moderni sistemi di dirigenza, numerosi passaggi a livello non automatizzati, ne determinarono l’ingloriosa morte.
Per questa ferrovia, unico “ramo secco” chiuso in Italia recentemente, la fine giunge inaspettata e repentina il 31 gennaio 1987.
A partire da questa data le “littorine” non fanno più la spola tra le due città, capoluoghi di provincia.

Tratto dal sito Associazione Ferrovia Valmetauro
www.ferroviafvm.it

Il casello del treno al Ponte delle Piangole

Degno di nota è lo spostamento del passaggio a livello avvenuto nell’anno 1956 nei pressi del ponte delle Piangole nella strada che porta a Montepolo e precisamente dal Km progressivo 38+924 al Km 38+906. Tale spostamento si rese necessario in quanto il genio civile di Pesaro nel ricostruire il ponte sul fiume Metauro e la strada comunale di Montepolo, danneggiati in seguito ad eventi bellici, per esigenze tecniche ha variato il percorso del primo tratto di strada di metri lineari 18.

il casello ferroviario come si presentava negli anni ’70 (alla porta la Sig.ra dirigente del casello)

Alcune informazioni storiche

Paolo Sanchioni

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Paolo Sanchioni

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