Gaifa al cubo: ricostruiamo il Castello di Primicilio
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Le Chiese

Chiesa di Sant’Eufemia

la sua origine è ipotizzata intorno all’XI Sec

Tra la frazione di Canavaccio e il capoluogo, vicino alla parrocchiale di San Donato, si trova questa antica chiesa, oggi nel suo rinnovato aspetto di inizio Ottocento. Il bel portale in pietra con timpano mistilineo decora la facciata, inquadrata da lesene in mattoni e terminata da timpano triangolare.

Una breve rampa di gradini precede l’ingresso. In asse col portale è una finestra con cornice di mattoni posti a coltello. A sinistra della chiesa, addossato al corpo di fabbrica della sacrestia, è il campanile a base quadrata, con cella campanaria formata da due vele poste ortogonalmente.

I setti murari sono sormontati da cornici in mattoni sopra le quali sono disposti dei coppi. L’interno è ad aula unica, con base rettangolare. Le pareti sono movimentate da lesene e modanature in stucco. Lungo il perimetro interno corre un complesso cornicione.

Sulle pareti laterali del presbiterio due porte comunicano con la sacrestia e la canonica. Sopra questi ingressi sono due cantorie con balconate provviste di cornici. Due lesene con capitelli dorici dividono la parete di fondo in tre scomparti.

Al centro è la cornice in stucco dorato che ospitava la pala d’altare, recentemente portata al museo Albani di Urbino per poter essere restaurata e custodita. Il presbiterio è delimitato nella campata individuata dall’arco trionfale sostenuto da paraste. Sopra l’ingresso insiste la cantoria, priva di organo.

XI – 1268  (costruzione intero bene)

L’origine della chiesa si fa risalire al secolo XI: in quell’epoca erano presenti i monaci di Santa Croce di Fonte Avellana e la chiesa dipendeva dalla loro abbazia. Nel 1268 viene nominato rettore un certo monaco Giovanni.

1568 – XIX (passaggio di proprietà intero bene)

Nel 1568 la chiesa e il territorio passano sotto la giurisdizione dell’arcivescovo di Urbino. Accanto alla proprietà ecclesiastica era la nobile famiglia De Praetis, proprietaria dei terreni circostanti: nei secoli XVIII e XIX donò e commissionò alcuni dipinti.

1797 – 1800 (ricostruzione intero bene)

Nel 1797 la chiesa viene distrutta dalle truppe napoleoniche che ne depredano le opere artistiche contenute. In seguito don Vincenzo Pazzaglia e la famiglia De Praetis finanziano la ricostruzione. L’arcivescovo Berioli benedice la nuova chiesa nel 1800.

1858 – 1970-79 (restauro intero bene)

Un uragano nel 1858 e un terremoto nel 1872 danneggiano gravemente la chiesa, causando il crollo del campanile. I restauri che seguono, soprattutto negli anni ’70 del XX secolo, denotano la chiesa come oggi appare.

Coperture

La chiesa è coperta da volta a botte, con struttura in cannicciato. La sezione è ad arco con sesto leggermente ribassato. Le finestre che si aprono sopra il cornicione sono raccordate alla volta con incavi unghiati.

Struttura

La chiesa, costruita con tecniche tradizionali, è in muratura portante realizzata con mattoni pieni e conci di pietra locale amalgamati con malta magra. La pietra prevale soprattutto nei corpi di fabbrica della sacrestia e della canonica.

la sua presenza è legata a Santa Croce di Fonte Avellana

Intitolata a S. Fufemia e filiale di S. Donato extra muros, la sua origine, che si ipotizza intorno all’XI Sec., è legata alla presenza nella zona dei Monaci di S.Croce di Fonte Avellana (si ha notizia della nomina a rettore, nel 1268, del monaco Giovanni), che esercitarono potere e diritto su questa chiesa sino a circa il 1568, con il passaggio alla dipendenza dell’arcivescovo di Urbino.

L’edificio attuale che nel suo aspetto esterno presenta un elegante portale settecentesco, dopo la distruzione subita nel 1797 da parte di truppe napoleoniche, fu repentinamente ricostruito dal rettore D. Vincenzo Pazzaglia, coadiuvato dalla nobile famiglia De Praetis, proprietaria di terreni limitrofi.

Nel 1800 furono benedette dall’arcivescovo Berioli, le Via Crucis, incisioni di Giovanni Petrini, su disegno del pittore romano Luigi Agricola (1758/59-1821); nel 1825 fu eretto, nella ricorrenza dell’anno giubilare, l’altar maggiore.

Nel corso del XIX Sec. ad ulteriori danneggiamenti causati da un uragano nel 1858, che abbattè il campanile, e da un terremoto nel 1872, seguirono restauri, sino a quelli recenti degli anni Settanta, che hanno denotato definitivamente la chiesa secondo l’aspetto odierno.

Alla munificenza dei De Praetis si devono, oltre ad alcuni arredi sacri, anche i dipinti che ancora vi si conservano (ad eccezione della copia da Carlo Maratta (1625-1713) raffigurante L’Annunciazione), che furono donati: La Caduta di Cristo dinanzi a Caifa, opera del pittore urbinate Ludovico Viviani (?- 1649) o commissionati, entrambi da Pietro De Praetis, priore della Compagnia del Rosario, istituita in questa chiesa nel 1604, ed eseguiti dal pittore e scultore urbinate Francesco Antonio Rondelli (1759-1858): I/ martirio di S. Eufemia (altar maggiore) e Za Madonna del Rosario (La Madonna con il Bambino e i SS. Domenico e Crescentino), 1801-1807.

Le due campane, datate 1885, fuse dalla Ditta Luigi Cavadini di Verona, sono dedicate a S. Eufemia e a S. Giuseppe.
Nel territorio di S. Eufemia dove è ancora visibile l’ex Oratorio pubblico della Beata Vergine del Canale, intitolato a N.S. della Neve (XVIII Sec., appartenuto alla famiglia urbinate Peroli, attualmente adibito a studio artistico), sorgeva inoltre S. Maria in Tortorio o di Villa Tortora, dedicata alla Natività di Maria, che nel 1501 risulta annessa a S. Eufemia ed entrambe sotto la Pieve di S. Donato.

A denotarne l’antica origine un’architrave con iscrizione a caratteri gotici – scomparsa – che riportava il nome di “Guidone”, Guido arcivescovo di Urbino e la controversa data, 1290 ovvero 1259; non più officiata già dal 1813, fu demolita e i materiali utilizzati nel 1859, nella ricostruzione del campanile di S. Eufemia, per decreto dell’arcivescovo Angeloni, nella cui Sacra Visita Pastorale del 1854 è annotata, tra l’altro, la riedificazione di S. Maria in Tor- tora, nel 1668, in luogo “poco distante” dall’antica.

  • A.L.Ermeti, A.Fucili, S.Bartolucci, L.Gubellini, N.Hofmann, Gaifa. La terra di nessuno, a cura di A.Fucili Urbino, Circolo Culturale Pieve di Gaifa (Stampa Stibu Urbania) 2023
  • Ligi B., I monasteri Girolomini nei secoli XIV-XV nella diocesi di Urbino. Le antiche chiese e monasteri dei monti dell’alta e bassa Cesana di Urbino nei secoli XI-XII-XIII-XIV-XV. Memorie storiche, Urbania 1971.
  • Fucili A., Mancini T., Urbino chiese fuori le mura «ch’erbose hanno le soglie», Urbino 1997 e 2010.
  • Le chiese delle Diocesi Italiane vai al sito —->
  • Sanchioni Paolo: foto d’archivio
Paolo Sanchioni

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Paolo Sanchioni
Tags: le chiese

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