Costruita in pietra e mattoni risale al XIII secolo
Su un colle che domina la valle del Metauro è la chiesa di San Bartolomeo. La facciata rivolta a valle è pulita, con pochi elementi decorativi che ne delimitano il profilo superiormente e ai lati.
Il portone rettangolare è contornato da mostra in cotto con architrave sormontata da cornice aggettante. Poco più in alto è una finestra del tipo termale con raggiera in metallo. Anche su questa finestra insiste una cornice in cotto.
Sul fianco sinistro della chiesa, in corrispondenza del presbiterio è il campanile. Su una base di pietra il campanile ha due fornici disposte ad angolo retto, costruite in mattoni. Alla base è aperto un ingresso diretto alla sacrestia. L’interno della chiesa è ritmato da lesene con capitelli ionici arricchiti da festoni penduli. Sulle pareti laterali sono alloggiate nicchie e arcate dove insistono due altari laterali.
La tinta pastello delle pareti contrasta efficacemente con il pavimento in cotto a piastrelle bicolori. Il presbiterio è sopraelevato sull’aula con gradino in pietra a pianta mistilinea. Sulla parete di fondo è l’altare originale, in muratura intonacata. In alto la Pala d’altare raffigura la Crocifissione con i Santi Bartolomeo e Lorenzo.
XIII (costruzione intero bene)
La chiesa di San Bartolomeo sorge intorno al secolo XIII. Come la vicina Santo Stefano di Gaifa è una fondazione antica sorta sulla strada che collegava Fossombrone a Gabicce Mare tagliando parte della più lunga Via Flaminia.
XVIII – XIX (ricostruzione intero bene)
In assenza di date certe circa la ricostruzione, si può ipotizzare che la chiesa e il campanile furono ricostruiti a cavallo dei secoli XVIII e XIX.
Struttura
Come per tanti edifici della zona, la struttura portante insiste su solide pareti costruite in pietra locale, legata con malta. Le suoerfici esterne della chiesa sono lasciate con pietra a vista, mentre gli interni sono intonacati e verniciati.
Pavimenti e pavimentazioni
Il pavimento è realizzato con piastrelle in cotto. La disposizione ha orientamento diagonale e al centro della navata è incastonata una decorazione a pianta circolare. La pavimentazione prosegue sul presbiterio con lo stesso disegno, interrotto solamente dal profilo di marmo che determina lo scalino.
Coperture
La chiesa ha soffitto a volta con sezione ad arco leggermente ribassata. La volta nel suo sviluppo è intervallata trasversalmente da archi che hanno origine nelle lesene parietali. Sopra l’imposta delle coperture è sistemata la struttura portante del tetto, formata da capriate lignee e terzere. La superficie esterna è rivestita con il tradizionale manto di coppi.
Anno 1441
Chiesa di San Bartolo di Gaifa ha terra con la chiesa nella corte di Gaifa in vocabolo « Monteoffo », e più nella detta corte in vocabolo « Chiesana », e più in vocabolo Piano della torre nel luogo Tesana. (Dal Libro Q dell’antichissimo Catasto di Urbino sui beni ecclesiastici di Urbino.
Anno 1441 Arch. Capit. Perg. Coradini a c. 1074).
Anno 1447
« De Plebatu Gaife ». « Ecclesia S. Bartoli de Monteoffo, libra 6, Dominus Petrus Genarii. Anno 1447. (Liber Collectae duorum bononeorum imposita Clero urbinati.
Arch. Capit. Perg. Coradini a ec. 1089).
Anno 1501
« Plebs Sancti Stefani de Gaifa ». Ecclesia S. Bartoli de Monteoffo de Castro Gaife ». (Visita Mons. Arrivabene anno 1501 Arch. Capit. Perg. Coradini).
Anno 1597
« Chiesa parrocchiale di San Bartolomeo di Gaifa ».
(Relazione della Diocesi di Urbino, Fuschinio anno 1597).
- A.L.Ermeti, A.Fucili, S.Bartolucci, L.Gubellini, N.Hofmann, Gaifa. La terra di nessuno, a cura di A.Fucili Urbino, Circolo Culturale Pieve di Gaifa (Stampa Stibu Urbania) 2023
- Ligi B., I monasteri Girolomini nei secoli XIV-XV nella diocesi di Urbino. Le antiche chiese e monasteri dei monti dell’alta e bassa Cesana di Urbino nei secoli XI-XII-XIII-XIV-XV. Memorie storiche, Urbania 1971.
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