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Polidoro Virgili

1470-1555
Perchè Polidoro Virgili tra i nostri uomini?
Perchè Romano Ruggeri studioso Urbinate il quale ha scritto diversi libri sulla vita di Polidoro Virgili cita che sia nato a di Sant’Andrea in Primicilio

Romano Ruggeri

Storico, studioso Urbinate

Polidoro nacque a Urbino. Suo fratello Giovanni Matteo, insegnò anch’egli filosofia all’Università di Pavia nel 1517. Un altro fratello era commerciante a Londra.

La nipote di Polidoro, Faustina Virgili sposò nel 1696 il cavalier Lorenzo Borgogelli, conte e patrizio di Fano: suoi discendenti formarono il ramo dei Borgogelli Virgili e divennero patrizi di Fano e Urbino e nobili dei conti Borgogelli, ramo che esiste tuttora.

Venne ordinato sacerdote nel dicembre del 1496. Studiò teologia, filosofia e storia alle università di Bologna e di Padova, dove divenne discepolo di Filippo Beroaldo il Vecchio.

Si pose quindi al servizio di Guidobaldo da Montefeltro, figlio del duca di Urbino Federico da Montefeltro, come segretario (prima del 1498, dato che gli dedicò la sua prima opera Liber Proverbiorum dell’aprile 1498).

Dopo un periodo nel quale servì come ciambellano papa Alessandro VI, per suo mandato si pose al servizio del cardinale Adriano Castellesi, cardinale di Corneto (Tarquinia) e collettore papale dell’obolo di San Pietro in Inghilterra. Il cardinale (Hadrianus Castellensis), figlio di Giorgio e nipote di Antonio Virgili, “esperto di medicina e astrologia”, docente di filosofia all’università di Parigi, era suo parente.

Con l’incarico di sub-collettore, si recò a Londra nella primavera del 1502. Ricevette in Inghilterra numerose prebende e incarichi pastorali (Scambesly, Lincoln, Hereford, Brent, Wells, Oxford). Divenne arcidiacono di Bath e Wells nell’ottobre del 1504. Nel 1510 ottenne la cittadinanza inglese. Nel 1513 divenne prebendario di Oxgate nella cattedrale di St. Paul, cariche che conservò anche dopo il suo ritorno ad Urbino.

Intrattenne rapporti amichevoli con i principali esponenti dell’umanesimo inglese (Richard Fox, William Warham, Tommaso Moro, Richard Pace, Thomas Linacre, William Latimer, John Colet e William Lilye). Durante gli anni ebbe un’intensa corrispondenza con Erasmo da Rotterdam.

Thomas Wolsey, capo della diplomazia inglese e primate di Inghilterra, aspirava alla porpora cardinalizia e probabilmente allo stesso seggio papale. Durante un viaggio in Italia, Polidoro informò il cardinale Castellesi ed il papa degli interessi del Wolsey con toni sfavorevoli.

Andrea Ammonio, che ambiva al posto di collettore di Castellesi, intercettò una lettera ad un suo superiore che comprometteva Polidoro e ne rivelò il contenuto al suo amico Wolsey. Accusato di formare un fronte di connivenza con Castellesi contro Wolsey per indebolire l’armonia esistente fra l’Inghilterra e Roma, Polidoro venne incarcerato nella Torre di Londra.

Dalla prigione inviò una lettera al primate Wolsey, chiedendo di essere perdonato e liberato e papa Leone X scrisse al re in suo favore: la sua supplica venne accolta, ma non gli venne più restituita la sua funzione di sub-collettore. Il 24 dicembre 1515 Polidoro fu liberato ed abbandonò la diplomazia per dedicarsi alla letteratura.

Nel 1515 pubblicò la prima edizione di Gildas, dedicando quest’opera a Cuthbert Tunstall, vescovo di Londra. L’anno seguente apparve il suo Liber de prodigiis, dedicato al duca di Urbino Francesco Maria I Della Rovere.

Su incoraggiamento del re Enrico VII d’Inghilterra cominciò a scrivere la sua Historia Anglica (“Storia dell’Inghilterra”), opera iniziata forse già nel 1505, completata solo nell’agosto del 1533, data in cui venne dedicata al nuovo re Enrico VIII, e pubblicata nel 1534.

Intorno al 1538 lasciò l’Inghilterra per ritornare temporaneamente in Italia. Lamentò in questo periodo che la sua cattiva salute gli impedisse di prendere nota quotidianamente, com’era la sua abitudine di storico, degli avvenimenti a lui contemporanei.

Alla fine del 1551 ritornò definitivamente ad Urbino, all’alba dell’opera riformatrice della Chiesa di Inghilterra promossa dal re Enrico VIII. Morì a Urbino nell’aprile del 1555.

Secondo gli storici dell’epoca dei Tudor, Polidoro fu uno dei dotti che firmarono l’Atto di Supremazia di Enrico VIII sulla Chiesa di Inghilterra (1534) ed uno dei partecipanti attivi dell’annullamento del matrimonio di Enrico VIII con Anna di Clèves (1540).

Tratto da wikipedia

“Riccardo III” il libro dello studioso Romano Ruggeri

La Pieve di Gaifa

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Marche – Italy

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