La preistoria è quell’epoca della storia dell’uomo detta appunto preistoria, perchè priva di testimonianze scritte. L’uomo era ancora nomade e viveva soprattutto di caccia.
Neolitico (VI-IV millennio a.C.)
Le testimonianze preistoriche nel territorio sono riferibili soprattutto ad una fase recente della preistoria, cioè al neolitico quando cominciano ad nascere villaggi stabili, allevamento e agricoltura, fabbricazione della ceramica. Soprattutto vicino all’alveo del fiume sono stati trovati raschiatoi e numerose punte di freccia, utensili fabbricati in pietra, che testimoniano la frequentazione della vallata.
Eneolitico (IV-III millennio a.C.)
Intorno alla metà del IV millennio a.C. avvengono profonde trasformazioni e cambiamenti, soprattutto nella struttura degli insediamenti e delle aree funerarie.
Uno degli insediamenti più antichi si trova in località “la Costa”: fondi di capanne fatte in legno e materiali deperibili, messe in circolo a ridosso del fiume.
Abbondante la presenza litica con punte di freccia con peduncolo e alette, bifacciali a punta foliata, un punteruolo in selce e uno in osso lavorato (FOTO
Altro sito importante si trova in località “il castello” dove sono stati trovati numerosi frammenti di ceramica ad impasto relativi sicuramente ad un abitato (FOTO
Età del Bronzo (III-I millennio a.C.)
Lo sviluppo della metallurgia, prima del bronzo poi del ferro, comporta sostanziali cambiamenti degli assetti delle comunità. Il metallo diventa un mezzo di accumulo di ricchezza duraturo, non deperibile come le riserve alimentari e all’interno delle comunità emergono gruppi dominanti.
La società comincia ad essere divisa in classi. Si rinvengono vari ripostigli di materiali metallici, testimonianza di un’attiva produzione metallurgica. Uno di questi è stato rinvenuto poco lontano da qui, a Fermignano, dove venne trovato un ripostiglio di asce.
Dal IX al VII a.C. (i Piceni)
Narrano Strabone (V,4,2) e Plinio (Nat.Hist. III,110 s.) che, a seguito di un voto, giovani sabini sarebbero migrati dalle loro sedi appenniniche verso l’Adriatico. Li avrebbe guidati alla colonizzazione delle nuove terre il volo di un picchio, l’uccello augurale sacro a Marte, dal nome del quale sarebbe derivato ad essi quello di Picentes. I Picentes (Piceni) sono quell’insieme di stirpi che abitavano il versante medio-adriatico in questo periodo.
In questo momento, corrispondente all’inizio dell’Età del Ferro, si rilevano i primi insediamenti di notevoli dimensioni e i corredi delle tombe rivelano il progressivo emergere di un’aristocrazia guerriera, che si fa seppellire insieme alle proprie elaborate armi.
In una tomba in località Cà Cossi di Canavaccio è stato rinvenuto nel 1928 un pettorale in bronzo databile all’VIII a.C. (FOTO.
testimonianza di uno stanziamento importante nell’area con relative necropoli, di cui non rimane più nulla.
Dal VII al IV a.C.
La presenza più importante, anche perché frutto di uno scavo sistematico eseguito nel 1914, è costituita dall’abitato dell’Età del Ferro di Monte Rossano, alle pendici dei monti delle Cesane. Qui furono trovati vari fondi di capanna, con molto materiale ceramico ad impasto, strumenti litici e armi in ferro. La vita dell’abitato continua fino alla vigilia della conquista romana.
Anna Lia Ermeti