Come citava la canzone dello spazzacamino? “e dopo nove mesi / è nato un bel bambino”. L’attesa suscitava meraviglia, e si contavano i mesi sulle dita delle mani mentre le madri controllavano anche le fasi lunari. Si diceva che una gestazione iniziata in luna crescente poteva anticipare il parto, mentre in luna calante posticiparlo. Una persona importante era la levatrice, figura professionale la quale aggiungeva esperienza in generale.
Se la sposa non rimaneva subito incinta si ricorreva anche a delle erbe. La fertilità della donna nel mondo contadino era un problema sociale ed economico fondamentale, tanto da essere vista male dalla società, raramente il duro giudizio veniva modificato dal fatto che la colpa poteva venire dall’uomo.
In questo frangente la donna evitava pericoli e viveva piuttosto ritirata e preparava il corredo per il nascituro.
Si diceva che alla madre del bambino non doveva essergli negato quello che desiderava mangiare, in caso contrario la voglia del cibo inappagato rimaneva sulla pelle del bimbo per tutta la vita.
La forma della pancia della madre si scrutava il sesso del nascituro corredato di tante ipotesi. Il maschio si preferiva alla femmina per questioni economiche perchè lavorava nei campi diventando così una sicurezza economica duratura per tutta la famiglia. Molto spesso i poderi venivano dati alle famiglie le quali avevano più figli maschi proprio per una resa produttiva diversa da una famiglia con donne.
Succedeva che la donna abortiva o aveva problemi di emorragie, la levatrice faceva il possibile di sua competenza, a volte di nascosto si ricorreva anche al mago o alle magie.
I bambini dei contadini nascevano quasi tutti in casa, nella camera del padre e della madre, in alcune famiglie arrivava il nonno con del vino e imbevuto un dito lo metteva nella bocca del nascituro, “dacsè da grandi en fan le sbornie” diceva.