L’Osteria: Un cuore pulsante nella vita di Canavaccio
L’Osteria “da Minto”, situata lungo la strada che conduce ad Urbino, era più che un semplice locale. Era un luogo di incontro, di convivialità e di memoria, un punto di riferimento per la gente del posto e per i viaggiatori di passaggio. Aperta agli inizi del 1900 come rivendita di generi alimentari, divenne presto un’osteria a conduzione familiare, gestita con passione e dedizione per tre generazioni.
Un luogo di accoglienza e sapori
L’Osteria non era solo un posto dove bere un buon bicchiere di vino locale o gustare un panino con i salumi della zona. Era un luogo dove sentirsi a casa, accolti dal calore del proprietario, Minto, e dalla sua simpatia. Qui si potevano trovare anche generi alimentari e prodotti di prima necessità, rendendola un punto di riferimento essenziale per la comunità.
Un punto di ritrovo per tutti
L’Osteria era un crocevia di generazioni e di storie. Gli anziani del paese si ritrovavano qui per giocare a carte e trascorrere le serate in compagnia, mentre gli urbinati venivano a fare merende o a godersi un momento di relax. I ragazzi del paese frequentavano l’Osteria al ritorno dal bagno al fiume, e gli universitari di passaggio trovavano qui un luogo accogliente dove riposarsi e socializzare.
Minto: Un’anima Indimenticabile
Minto, il titolare dell’osteria, era l’anima del locale. Non si limitava a servire i clienti, ma si sedeva al tavolo con loro, conversando e creando un’atmosfera familiare e amichevole. La sua figura, sempre pronta ad accogliere e a far sentire a proprio agio i suoi ospiti, ha lasciato un segno indelebile nel cuore di tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo.
Un Luogo che vive nei ricordi
Anche se l’Osteria ha chiuso i battenti nel 2002, poco dopo l’introduzione dell’euro, il suo ricordo rimane vivo nei cuori di chi l’ha frequentata. Le sue mura hanno ospitato risate, conversazioni, momenti di gioia e di condivisione, creando un patrimonio di ricordi inestimabile per la comunità di Canavaccio.
L’Osteria rappresenta un esempio tangibile di come un semplice locale possa diventare un luogo di memoria collettiva, un simbolo di valori come l’accoglienza, la convivialità e l’autenticità. La sua storia ci insegna che a volte i luoghi più speciali non sono quelli più grandi o più famosi, ma quelli che riescono a toccare le nostre corde emotive e a creare un legame profondo con la nostra identità.
dal sito del FAI
L’ Osteria era un ritrovo sia per le persone del luogo che per la gente di passaggio, essendo situata sulla strada che porta a Urbino. Aperta nei primi anni del 1900 come rivendita di “sali, tabacchi e generi diversi”, ha avuto conduzione familiare per tre generazioni, fino al 2002, subito dopo l’introduzione dell’ euro. Nell’antica Osteria, oltre ai panini con i salumi locali ed il vino dei contadini della zona, era possibile trovare anche generi alimentari e prodotti di prima necessità. Era punto di ritrovo per gli anziani del luogo che lì potevano giocare a carte e passare le serate, ma anche luogo frequentato dagli urbinati che venivano soprattutto a fare merende, dai ragazzi che tornavano dopo il bagno al fiume e dagli universitari di passaggio.
MINTO, il titolare del locale, non stava mai dietro al banco, ma si sedeva sempre al tavolo con i clienti, a conversare amichevolmente, anche se entravano lì per la prima volta. La sua figura e il suo locale, son rimasti nel Cuore di chi l’ha frequentato.
- Sanchioni Paolo: foto d’archivio